Il mio nuovo libro: titolo, estratti, data di pubblicazione e copertina
Se seguite la mia newsletter, gran parte di questo post sarà un ripasso.
Cercherò in ogni caso di andare dritta al punto; ho diverse cose da dire, e con me il rischio che si vada per le lunghe è sempre molto elevato. Sorry, not sorry.
Come forse sapete, da alcuni mesi sto lavorando ad un nuovo romanzo, il cui titolo è
La donna delle pulizie è la storia più romantica e più realista che io abbia mai scritto. I protagonisti sono Amelia Pesce, una donna che ha appena compiuto 30 anni, e Marco Caruso, un medico che di anni ne ha 38.
Questo libro, come ho avuto modo di dire nella newsletter, è un retelling di Cenerentola.
Cos'è un retelling? Risposta: è la rivisitazione in chiave moderna di una vecchia storia. Pensate a Beastly, di Alex Flinn, o a Once Upon a Time, la serie tv.
"È possibile, al giorno d'oggi, raccontare una favola mettendo da parte gli stereotipi di genere che rendono la protagonista una damigella da salvare e il protagonista un cavaliere dall’armatura scintillante?" Questa è la domanda alla base di La donna delle pulizie, ed è anche per questo che si tratta di una storia tanto romantica e tanto realista: voglio raccontarvi una fiaba, e voglio farlo a modo mio. Ci sarà il batticuore, ci sarà l'angst, ci sarà la vita vera, e ci sarà il sogno.
2. Una parte del primo incontro tra Amelia e Marco:
Dovrei guardarlo negli occhi, ma la cinofobia ha la meglio. Mentre entro in casa non faccio altro che fissare la piccola figura pelosa ai piedi del dottore. Il cane non può pesare più di tre chilogrammi, due dei quali imputabili al pelo bianco che lo fa somigliare ad una nuvola, ma abbaia con la forza e l'energia di cento mastini inferociti. Fermo ai piedi del suo padrone, scodinzola e batte le zampine anteriori sul parquet.
"Tranquilla," dice il dottore mentre chiude la porta. "Non morde. Non ne è capace."
"È per questo che abbaia così forte?"
Lui sembra sorpreso dalla mia domanda. Deve sembrargli una battuta, perché inizia a ridere. Poi si piega per prendere la bestiola tra le braccia, e il cane tace all'istante. Continuando a scodinzolare, inizia ad arrampicarsi sul petto del dottore per raggiungere la barba e iniziare a leccarla.
"No, no. Calmo, Pino. Calmo."
Il modo in cui gli sorride è contagioso. Le guance si sollevano, gli occhi si illuminano. Sembra vittima di un incantesimo ad opera della nuvola inferocita.
"È un cane giocherellone," dice mentre gli accarezza la testa. "Addestrato, educato, e totalmente innocuo, ma al tempo stesso affamato di coccole."
I cani mi fanno paura. Anche quelli giocherelloni. Anche quelli addestrati. Lavorare per te sarà impossibile anche per questa ragione.
"Pino... come Pino Daniele?"
Il dottore riflette per un istante sulle mie parole e poi scuote la testa. "No."
Poi lascia andare il cane sul pavimento. Pino, quasi come se l'euforia degli ultimi secondi l'avesse stancato, cammina fino al suo cuscino e si distende comodo, con il muso sulle zampe. Ci guarda e scodinzola, stavolta lentamente.
Ok, è oggettivamente educato.
"Pino come Pino Wilson," continua il dottore, indicando l'ampio salone. "Prego, Amelia. Si accomodi."
L'ambiente profuma di pittura fresca. In un angolo ci sono delle scatole di cartone con sopra il logo di una compagnia di traslochi. Su un tavolo c'è un trapano, e sul pavimento alcuni cavi sottili.
Le pareti sono immacolate, ad eccezione di un quadro appeso proprio sopra la postazione del cane. Raffigura una coppia impegnata a ballare il tango. I colori caldi, insieme alle pennellate decise, sono una specie di calamita per me. Fanno a pugni con l'atmosfera da lavori in corso che regna in casa, e con l'atteggiamento severo dell'uomo che mi ha aperto la porta.
La W bianca, dipinta nell'angolo in basso a sinistra della tela, fa accendere una lampadina nella mia mente.
"Wilson è il pittore del quadro," dico, mentre mi siedo su una poltrona. "Giusto?"
Marco segue il mio sguardo verso la parete. Sorride appena e poi scuote la testa.
"No. Pino Wilson era un calciatore. Il capitano della Lazio del primo scudetto. È in suo onore che ho chiamato il cane così."
Ah.
Cercherò in ogni caso di andare dritta al punto; ho diverse cose da dire, e con me il rischio che si vada per le lunghe è sempre molto elevato. Sorry, not sorry.
Come forse sapete, da alcuni mesi sto lavorando ad un nuovo romanzo, il cui titolo è
LA DONNA DELLE PULIZIE
La donna delle pulizie è la storia più romantica e più realista che io abbia mai scritto. I protagonisti sono Amelia Pesce, una donna che ha appena compiuto 30 anni, e Marco Caruso, un medico che di anni ne ha 38.
Questo libro, come ho avuto modo di dire nella newsletter, è un retelling di Cenerentola.
Cos'è un retelling? Risposta: è la rivisitazione in chiave moderna di una vecchia storia. Pensate a Beastly, di Alex Flinn, o a Once Upon a Time, la serie tv.
"È possibile, al giorno d'oggi, raccontare una favola mettendo da parte gli stereotipi di genere che rendono la protagonista una damigella da salvare e il protagonista un cavaliere dall’armatura scintillante?" Questa è la domanda alla base di La donna delle pulizie, ed è anche per questo che si tratta di una storia tanto romantica e tanto realista: voglio raccontarvi una fiaba, e voglio farlo a modo mio. Ci sarà il batticuore, ci sarà l'angst, ci sarà la vita vera, e ci sarà il sogno.
Se questo libro fosse una gif, sarebbe questa:
La donna delle pulizie è ambientato nella cittadina immaginaria chiamata Pontenero, lo stesso luogo di Come l'ultimo rigore e di E così, forse, sarai felice. Non dovete aver letto quei libri per seguire la storia narrata in questo, ma se l'avete fatto (o lo farete) tanti personaggi/luoghi non saranno una novità.
Avrei voluto pubblicare La donna delle pulizie a dicembre. Non mi è stato possibile per diverse ragioni, quindi potrete leggere il libro in primavera. Non ho ancora una data precisa (o meglio, ce l'ho ma sono un po' scaramantica), ma vi ricordo che la primavera inizia il 21 marzo e finisce il 21 giugno ;)
Nella newsletter ho postato due estratti. Li ripropongo qui per tutti.
1. La prima frase del libro:
"Non ho grandi sicurezze in questo momento della mia vita, ma una cosa è certa: alle 6:37 del mattino, in un caldo lunedì di metà settembre, la mia mano non dovrebbe essere sporca di pipì."Dovrei guardarlo negli occhi, ma la cinofobia ha la meglio. Mentre entro in casa non faccio altro che fissare la piccola figura pelosa ai piedi del dottore. Il cane non può pesare più di tre chilogrammi, due dei quali imputabili al pelo bianco che lo fa somigliare ad una nuvola, ma abbaia con la forza e l'energia di cento mastini inferociti. Fermo ai piedi del suo padrone, scodinzola e batte le zampine anteriori sul parquet.
"Tranquilla," dice il dottore mentre chiude la porta. "Non morde. Non ne è capace."
"È per questo che abbaia così forte?"
Lui sembra sorpreso dalla mia domanda. Deve sembrargli una battuta, perché inizia a ridere. Poi si piega per prendere la bestiola tra le braccia, e il cane tace all'istante. Continuando a scodinzolare, inizia ad arrampicarsi sul petto del dottore per raggiungere la barba e iniziare a leccarla.
"No, no. Calmo, Pino. Calmo."
Il modo in cui gli sorride è contagioso. Le guance si sollevano, gli occhi si illuminano. Sembra vittima di un incantesimo ad opera della nuvola inferocita.
"È un cane giocherellone," dice mentre gli accarezza la testa. "Addestrato, educato, e totalmente innocuo, ma al tempo stesso affamato di coccole."
I cani mi fanno paura. Anche quelli giocherelloni. Anche quelli addestrati. Lavorare per te sarà impossibile anche per questa ragione.
"Pino... come Pino Daniele?"
Il dottore riflette per un istante sulle mie parole e poi scuote la testa. "No."
Poi lascia andare il cane sul pavimento. Pino, quasi come se l'euforia degli ultimi secondi l'avesse stancato, cammina fino al suo cuscino e si distende comodo, con il muso sulle zampe. Ci guarda e scodinzola, stavolta lentamente.
Ok, è oggettivamente educato.
"Pino come Pino Wilson," continua il dottore, indicando l'ampio salone. "Prego, Amelia. Si accomodi."
L'ambiente profuma di pittura fresca. In un angolo ci sono delle scatole di cartone con sopra il logo di una compagnia di traslochi. Su un tavolo c'è un trapano, e sul pavimento alcuni cavi sottili.
Le pareti sono immacolate, ad eccezione di un quadro appeso proprio sopra la postazione del cane. Raffigura una coppia impegnata a ballare il tango. I colori caldi, insieme alle pennellate decise, sono una specie di calamita per me. Fanno a pugni con l'atmosfera da lavori in corso che regna in casa, e con l'atteggiamento severo dell'uomo che mi ha aperto la porta.
La W bianca, dipinta nell'angolo in basso a sinistra della tela, fa accendere una lampadina nella mia mente.
"Wilson è il pittore del quadro," dico, mentre mi siedo su una poltrona. "Giusto?"
Marco segue il mio sguardo verso la parete. Sorride appena e poi scuote la testa.
"No. Pino Wilson era un calciatore. Il capitano della Lazio del primo scudetto. È in suo onore che ho chiamato il cane così."
Ah.
No, La donna delle pulizie non parlerà prevalentemente di calcio. Ma questo sport fa parte della mia vita, io tifo Lazio, e Marco Caruso arriva da Roma, quindi...
Che altro posso dirvi? Vediamo, vediamo... Ah, sì: la copertina! ;)
Realizzata interamente da Catnip Design, questa cover è perfetta per la storia che leggerete. Ogni suo elemento ha a che fare con Amelia e Marco, e non vedo l'ora che scopriate tutto. Grazie, Pamela!
Ricapitolando, dunque:
Titolo: La donna delle pulizie
Genere: narrativa contemporanea, romance, retelling
Data di pubblicazione: primavera 2019
Copertina: bellissima 😍
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