Politicizzate la mia morte.


Se dovessi morire in circostanze drammatiche tali da far finire il mio nome sui giornali, vi chiedo cortesemente di politicizzare la mia morte e me stessa nell’unico modo possibile. Politicizzatemi ricordando che ho vissuto in un Paese in cui le donne vengono sistematicamente trattate come persone di serie B. Un Paese in cui la parità di genere è vista come un crimine, e in cui la morte delle donne è usata dagli sciacalli per guadagnare voti, consenso e potere.

Politicizzatemi ricordando che nel Sud in cui sono nata e cresciuta la condizione delle donne è peggiore rispetto al resto d’Italia, perché l’arretratezza culturale, economica e sociale che fa da base al sessismo e alla misoginia non è mai stata una priorità per nessuno degli uomini che hanno governato questo Paese (ad oggi, ottobre 2018, l’Italia non ha mai avuto una Presidente del Consiglio: ricordate anche questo; ricordate pure che le voci femminili, in politica, sono poche e distorte dal sessismo strisciante da destra a sinistra).

Politicizzate la mia morte evitando frasi squallide come ‘Vittima di [qualcuno]’, ‘Perdonaci’, e altre stronzate simili. Ogni donna, in questo Paese, è vittima di un sistema studiato e nutrito per celebrare, proteggere e premiare l’uomo; se proprio volete chiamarmi ‘vittima’, dite che ero una vittima della società patriarcale, come milioni di donne prima e dopo di me.
E no, non vi perdono. A meno che non abbiate fatto qualcosa per consentire alle donne di raggiungere la parità e per distruggere la mascolinità tossica, perché dovrei darvi il mio perdono?
Una donna, in Italia, non dovrebbe morire in modo drammatico per essere meritevole di attenzione. La nostra vita vale molto di più.
La nostra vita vale quando studiamo più e meglio degli uomini, ma finiamo per guadagnare meno (quando riusciamo ad inserirci nel mercato del lavoro) e per raggiungere pochi posti di comando.
La nostra vita vale quando scegliamo di disporre liberamente del nostro corpo, ma finiamo per essere trattate come poco di buono, come persone indegne, come assassine.
La nostra vita vale quando veniamo pestate, violentate, ammazzate dai nostri padri, fidanzati, mariti e compagni, ma ai politici a caccia di voti importa solo quando gli uomini che ci pestano, ci violentano e ci ammazzano hanno la pelle scura, o professano un’altra religione.
La nostra vita vale quando siamo costrette a usare accorgimenti quotidiani nell’illusione di poterci difendere da un’aggressione. La nostra vita vale quando la nostra richiesta d’aiuto viene sottovalutata, respinta. Quando nessuno ci crede, perché magari i nostri aggressori indossavano una divisa.
Politicizzatemi ricordando che per molti imprenditori, il nostro lavoro è prezioso perché consente loro di pagare meno tasse, perché in Italia noi donne siamo anche questo: pezzi di carne da usare per ottenere un vantaggio, bandierine da sventolare per fingere una parità che in realtà non esiste. Non esiste nel mondo del lavoro, non esiste in ambito accademico, non esiste nello sport, non esiste nella vita domestica.

Politicizzatemi impedendo agli sciacalli di trasformare la mia morte in un bianchi VS neri, Dio VS Allah, Nord VS Sud. Politicizzatemi ricordando che un Paese prospera solo quando le donne prosperano, e che l’Italia è destinata a perire fino a quando noi non avremo parità e libertà. Fino a quando non saremo considerate persone di serie A, esattamente come gli uomini.
Ricordate altresì una cosa importantissima: in questa società profondamente diseguale, io ero e sono una privilegiata, perché la mia pelle è bianca, perché sono etero, perché il mio corpo richiama i canoni di ‘femminilità’ imposti da una società che considera le donne meno donne se parlano, vestono, ridono, flirtano, mangiano in un certo modo. Se la mia pelle fosse nera, se fossi lesbica, se fossi obesa, se fossi una transessuale, la mia vita sarebbe esposta ad ingiustizie maggiori e le mie opportunità si ridurrebbero in maniera drastica.

Non permettete a gente che non mi conosce di lucrare sulla mia morte nello stesso modo in cui hanno lucrato e lucrano sulla mia vita.
Ve lo chiedo per favore: politicizzate la mia morte nell’unico modo possibile.

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