8 cose che ho imparato in 25 anni con le mestruazioni

Il 16 gennaio del 1994 era domenica.
Lo ricordo perché non ero andata a scuola. Avevo indossato l'ultimo completo che mia madre aveva cucito per me - giacca, gonna e camicetta, tutto molto elegante - e avevo partecipato al pranzo di famiglia. Zii, cugini, nonni. Antipasto, primo, secondo, contorno e dolce.
Avevo compiuto 10 anni nell'agosto del '93. Portavo i capelli in un caschetto liscio, avevo gli occhiali da vista rosa, con la faccia di Puffetta sulle stanghette. Ero la più brava della classe, avevo una cotta per un ragazzo di quattro anni più grande che vedevo per cinque minuti ogni mattina (io andavo alle elementari, lui al liceo; mi sembrava così grande e affascinante).
Quella domenica, per tutta la mattinata, ebbi quello che all'epoca classificai come un semplice mal di pancia. Nel pomeriggio, quando andai al bagno per fare la pipì, scoprii che le mie mutandine erano sporche di sangue.
Ricordo che raggiunsi la porta del bagno goffamente, con le calze e le mutandine a metà coscia. Uscii e andai da mia madre per dirle: "Mamma, guarda qui." Sapevo cos'erano le mestruazioni. Non ero spaventata, non ero agitata.
Ero infastidita.
Era domenica, stavo giocando con i miei cugini. Volevo divertirmi, invece dovetti togliere il completo elegante, imparare ad indossare l'assorbente (nel 1994 c'erano ancora quei terribili materassi troppo profumati, troppo corti e senza ali), e dovetti sorbirmi la spiegazione a porte chiuse di mia madre su mestruazioni, utero, sesso e profilattici. (Grazie, mamma, per non aver mai girato attorno a certi argomenti e per le luuuunghe spiegazioni dettagliate. Grazie.)
Ero una bambina, e all'improvviso smisi di esserlo. "Diventare signorina" è uno dei termini che si usa dalle mie parti per indicare il menarca. Io quel giorno crebbi, e fui di colpo catapultata in un mondo che al tempo stesso mi affascinava ("L'età adulta! Evvai, finalmente sono grande!") e mi indisponeva ("Quante nuove regole, quanti accorgimenti, quanti paletti!").
Di cose, in questi 25 anni, ne ho imparate parecchie. Alcune riguardano il mio corpo, la mia sessualità. Altre riguardano la mia salute. Altre, infine, hanno a che fare con l'educazione che noi donne riceviamo rispetto alle mestruazioni.
Ho scelto le otto più importanti, e sebbene l'ordine sia del tutto casuale, la #1 è lì perché è davvero la più importante.
In 25 anni con le mestruazioni, ho dunque imparato che:

1. Un/una bravo/a ginecologo/a è fondamentale.
E con bravo/a non intendo solo 'capace di praticare bene la professione'. Sto parlando di un uomo o una donna pronti a rispondere ad ogni domanda senza giudicare, senza imporre la propria morale, senza schernire.
Ricordo ancora la mia prima visita dal ginecologo; avrò avuto 11/12 anni, le mestruazioni erano saltate per un paio di mesi, così mia madre mi portò dal suo ginecologo. Il tipo mi ordinò di bere un litro d'acqua e poi mi fece stendere su un lettino per fare l'ecografia. Alla fine, il ginecologo parlò a mia madre. Mai con me. Le disse: "Signora, è tutto a posto. La bambina sta crescendo, è normale che uno o due cicli possano saltare. Se la cose dovesse continuare, le daremo qualcosa per far arrivare la mestruazione." Per tutta la durata di questa conversazione, soprattutto quando disse 'la bambina sta crescendo', lui non fece altro che passarmi le mani addosso. Ricordo che mi afferrò le gambe e le strizzò, le braccia, le spalle. Il tutto senza mai parlarmi, senza mai spiegarmi cosa c'era in quello schermo, o che cos'era quella sonda che mi passava sul basso ventre.
Mi sentii come un pezzo di carne. Mi vergognai tantissimo. Fu un'esperienza talmente strana che ne ho ancora un ricordo molto vivido.
Da allora mi dissi che non mi sarei più affidata ad un uomo. Volevo una ginecologa. Una donna come me. Come mia madre. Ne ho cambiate tre nel corso di 15 anni: la prima, durante una visita, mi fece notare che indossavo intimo "troppo provocante" per la mia età. La seconda non era una vera ginecologa. Lo scoprii troppo tardi. La terza aveva con sé un'assistente, e ad ogni visita parlava di me con lei, senza mai rivolgersi a me. Un'altra esperienza molto strana, per così dire.
Dieci anni fa ho conosciuto il mio attuale ginecologo: preparato, simpatico, estremamente alla mano. La prima volta che ci siamo visti, gli ho chiesto due cose, le due cose che noi tutte dovremmo chiedere durante la prima visita: A. Qual è la sua posizione in merito all'aborto? e B. Qual è la sua posizione rispetto alla maternità?
Le risposte del mio ginecologo (A. La scelta è tua, e solo tua. Qui non troverai mai volantini o rappresentanti pro-vita e B. Partorire è solo uno dei tanti modi in cui puoi essere madre) mi hanno soddisfatta, e da allora non mi sono mai guardata indietro. Con lui mi sento a mio agio nel fare domande, nel chiedere chiarimenti, perché è sempre garbato ed esaustivo. E non mi ha mai fatta sentire come un pezzo di carne.
Scegliete con cura la persona che dovrà occuparsi della vostra salute intima. Affidatevi al vostro istinto e al vostro corpo. Il passaparola può essere utile, ma un professionista valido per la vostra amica può non essere giusto per voi. Non abbiate paura di fare domande, di telefonare, di indagare. E per l'amor del cielo, non vi affidate a internet per questioni importanti come la salute.

2. Le mestruazioni sono una rogna. 
Uno dei problemi delle pubblicità degli assorbenti è questo: in ogni spot, le donne col ciclo hanno voglia di viaggiare, saltare col paracadute, uscire con le amiche, fare capriole. E per molte è così, intendiamoci. Ma ogni pubblicità manca sempre un punto, e cioè: le mestruazioni sono una seccatura, anche per le donne che hanno un ciclo regolare, privo di sintomi premestruali, con un flusso normale.
L'unica occasione in cui è possibile che una donna dica "Mi sono venute le mestruazioni, sono così felice!" è quella in cui la frase è seguita da: "Temevo di essere incinta!".
Ogni mese, il nostro corpo subisce uno shock dietro l'altro, causato da questi piccoli esserini infimi chiamati ormoni. Evviva gli ormoni, certo, ma quante grane! Gli sbalzi d'umore, il gonfiore addominale, la tensione mammaria, i mal di testa, la stitichezza, la nausea; le perdite abbondanti, la sensazione di perenne disordine (nel punto 3 vi dirò come eliminarla, o almeno come provarci), gli starnuti che diventano il passaggio del mar Rosso; l'irregolarità, le ansie causate dall'irregolarità. Potrei andare avanti per giorni.
Non c'è nulla di poetico nel ciclo mestruale. Non c'è nulla di nobile nel dolore fisico.

3. La coppetta mestruale è una grande invenzione.
Io ci sono arrivata tardi, dopo anni di "Ew, che schifo."
La coppetta è una grande invenzione perché fa bene all'ambiente (i prodotti usa e getta sono molto inquinanti), al portafoglio (avete mai pensato a quanto avete speso in assorbenti e tamponi dal menarca ad oggi? e lo sapete che l'IVA sugli assorbenti è la più alta, come se questi fossero beni di lusso e non di prima necessità?). La coppetta è interessante anche per un altro motivo: raccogliendo il sangue all'interno, elimina del tutto quella fastidiosa sensazione di scompiglio fisico, sporcizia e disordine che può accompagnare il ciclo. In commercio ne esistono di molti tipi, quindi se potete e volete fate come me: provate.

4. La società ci insegna ad avere vergogna delle mestruazioni, e dunque del nostro corpo.
Il giorno dopo l'arrivo delle mestruazioni, andai a scuola. Ero così nervosa: avrei dovuto dirlo alle mie amiche? Le maestre si sarebbero accorte che camminavo diversamente a causa del materasso senza ali?
Mia madre mi aveva consigliato di andare in bagno a metà mattina per cambiare l'assorbente, e così feci: ricordo che avevo una pochette fucsia, e che la portai con me dall'ultimo banco alla cattedra. La tenevo in mano come fosse una reliquia. "Posso andare al bagno?" chiesi alla maestra. Ero già pronta a raccontarle tutto, se mi avesse chiesto cosa c'era nella pochette, ma lei annuì senza nemmeno guardarmi. Al ritorno nascosi la pochette sotto il grembiule, non volevo che qualcuno potesse capire cosa c'era dentro. E da allora è sempre stato così, in un certo senso: nascondere assorbenti e tamponi nei pugni chiusi, parlare sottovoce dei crampi, dare al ciclo un nome alternativo (per anni le ho chiamate 'mes', ma so di 'sorelle', 'zie', 'amiche'; la lista è lunga). Perché tutto questo pudore rispetto ad una faccenda normalissima, che riguarda il nostro corpo? Perché questa vergogna, quasi, nei confronti del sangue? Ha a che fare con la religione? Ha a che fare con la mentalità del Sud? Ha a che fare col costante bisogno patriarcale di incatenare le donne e tenerle prigioniere anche della loro stessa naturalezza corporea? Probabilmente un mix di tutto questo. Fatto sta che trasformare in tabù una cosa che riguarda il nostro corpo non è normale, né salutare. Negli ultimi anni si parla sempre più spesso della normalizzazione del ciclo mestruale, e io cerco di fare la mia parte: non ne parlo più sottovoce, non le chiamo più 'mes', non nascondo più gli assorbenti. È una liberazione.

5. Il nostro corpo cambia, quindi anche le mestruazioni cambiano.
Aumento e diminuzione di peso, età che avanza, gravidanza, interruzione di gravidanza: sono tanti i motivi per cui il nostro corpo muta, dunque è normale che il ciclo muti con lui. Sia in termini di flusso che di sintomi premestruali. Quando andavo alle medie e alle superiori, le mie mestruazioni erano così dolorose che vivevo abbracciata all'Antalgil. Poi le cose sono migliorate, anche grazie alla pillola. Attualmente, i dolori mestruali sono tornati, in particolare quelli legati alla tensione mammaria. Li odio profondamente, ma godo parecchio quando li uccido con i medicinali. Sì, forse sono un po' sadica.
In ogni caso, non abbiate paura del corpo che cambia. Anche per questo motivo, è VITALE che il/la ginecologo/a sia competente: se necessario, dovere poter parlare liberamente di questi cambiamenti, per affrontarli nel modo giusto per voi.

6. Troppi uomini sono ignoranti/spaventati rispetto alle mestruazioni.
E ciò diventa un problema fin dalla tenera età, con riferimento allo sviluppo della vita sessuale, della crescita sentimentale, dei rapporti con l'altro sesso. Noi donne veniamo educate ad avere pudore rispetto al nostro corpo, quindi è 'normale' che molti uomini si adeguino. A volte lo fanno per delicatezza, per timore di porre domande non gradite. A volte lo fanno per pigrizia, perché in fondo le mestruazioni "sono cose da donne". Solo che le mestruazioni riguardano anche loro, poiché i disturbi e le dinamiche mensili che accompagnano il ciclo possono avere effetti anche su chi ci sta attorno, e ridurre tutto ad un "Ah, sei mestruata, ti lascio stare" è svilente, mortificante, e inutile. Le mestruazioni riguardano anche gli uomini perché noi donne abbiamo bisogno anche della loro voce per ottenere una riduzione dell'IVA, o per discutere di argomenti molto importanti come la povertà mestruale. Il mio consiglio, dunque, è questo: parlate di mestruazioni agli uomini della vostra vita. Spiegate loro come funziona il ciclo, cos'è la sindrome premestruale, cosa accade al vostro corpo in quei giorni. Farlo aiuterà voi a liberarvi dalla vergogna, e loro a capire, a saperne di più. Credetemi, è importantissimo.

7. Non c'è nulla di sbagliato nel ciclo irregolare.
Le mie ovaie sono policistiche. Ciò vuol dire che sono leggermente più grandi, e tempestate di cisti. Nel mio caso sono microscopiche, mentre in altri casi possono essere più evidenti. La sindrome dell'ovaio policistico riguarda molte donne. Si manifesta con l'assenza o l'irregolarità del ciclo, l'aumento di peso, l'irsutismo, e altri sintomi. Il corpo fatica ad ovulare (a causa di sbalzi ormonali, essenzialmente), e ciò determina una serie di problemi che possono essere risolti facendo ricorso alla perdita di peso, all'uso della pillola o di altri farmaci.
Per anni ho vissuto il mio ovaio policistico con vergogna, perché ero più pelosa delle mie amiche, ingrassavo sebbene mangiassi normalmente, e il mio ciclo non era mai puntuale. A volte saltava per due o tre mesi, a volte (prima di iniziare la pillola) dovevo ricorrere agli ormoni per farlo riapparire. Mi sentivo diversa, mi sentivo anormale, non pensavo di essere davvero donna.
Quante cazzate.
Io non ho alcun potere sui miei ormoni. Non sono stata io a scegliere di avere ovaie più grandi, non ho fatto niente per ricevere queste microcisti. Ci sono, e per risolvere i problemi che esse mi causano uso degli accorgimenti: cerco di fare sport per mantenermi in forma, assumo (al posto della pillola) un integratore che mi aiuta ad ovulare, evito di preoccuparmi se il ciclo non è puntuale, e da tempo ho smesso di confrontare i miei peli con quelli delle altre donne.
Ogni corpo è diverso, ogni ciclo è diverso. Non c'è nulla di sbagliato in noi, e non dobbiamo sentirci meno donne per questo. Essere donna non ha a che vedere con la capacità dei nostri organi di funzionare. 
A tal proposito, devo ripetermi: affidatevi ad un bravo medico. Solo grazie al mio ginecologo ho potuto liberarmi dell'angoscia che accompagnava il ciclo irregolare, ed è stato lui ad indirizzarmi verso le nuove terapie non farmacologiche utili per l'ovulazione.

8. Non c'è nulla di male nel fare sesso durante il ciclo.
Da sole o in compagnia, il discorso non cambia: non c'è nulla di pericoloso o di sbagliato nel praticare sesso (sesso sicuro, ma quello vale sempre) quando si hanno le mestruazioni. Se vi piace, se al vostro uomo/alla vostra donna piace, fatelo. Anche per questo è importante parlare con gli uomini delle mestruazioni: chiedete se hanno mai fatto sesso durante il ciclo, se ci hanno mai pensato, parlatene. Non abbiate vergogna: è il vostro corpo! Vivetelo liberamente sempre, senza timore, e non lasciate che qualcuno vi faccia sentire in colpa per questo.
E non accettate, in quei giorni, di dare piacere all'altro/a, se lui/lei non intende dare piacere a voi "perché hai il ciclo". Non lo fate mai.

Queste sono alcune delle cose che ho imparato dal gennaio del 1994.
Fanno tutte capo ad un concetto molto importante, che ho iniziato a fare seriamente mio solo negli ultimi dieci anni, e cioè: non c'è un unico modo per essere donna, non esiste una via giusta valida per ognuna di noi, e non c'è nulla di sbagliato nel nostro corpo.
Io detesto le mestruazioni. Non ho ancora capito se è perché sono effettivamente detestabili o se l'educazione ricevuta, la società in cui vivo e le mie esperienze personali le hanno rese detestabili. Quando ho scelto di non averle per un po' sono stata molto felice, e non ne ho mai sentito la mancanza.
Qualunque sia la vostra esperienza, qualunque sia la vostra storia, non abbiate mai paura o vergogna del vostro corpo e del vostro ciclo. Siete bellissime.