Consigli molto personali e poco seri per scrittori e aspiranti scrittori - Questione di programmi

Martedì 18 aprile, una donna è stata tamponata in auto a pochi metri da casa mia. La sua auto si è ribaltata, ed è finita nella colonnina della TIM che gestisce telefonia e internet. L'incidente non ha avuto vittime, per fortuna, ad eccezione della colonnina, letteralmente distrutta.
Per quattro giorni, io e molti altri con me siamo tornati al Medioevo, e cioè senza telefono e senza internet. (Lo so che il Medioevo è un'altra cosa, ma ritrovarti di punto in bianco senza internet ti fa sentire inevitabilmente come una persone proveniente da un'epoca lontana).
Sono stati quattro giorni relativamente difficili: dosare i giga sul telefono, vivere senza Netflix... mi sarò chiesta 'Che facevo prima di internet?' almeno cinquanta volte. (La risposta è: studiavo come una brava secchiona, ecco cosa facevo.)

Ad ogni modo, il motivo per cui non ho postato venerdì 21 è che ero senza internet.
La fibra è stata riattivata sabato pomeriggio, e in quell'occasione mi sono detta: 'Ok, venerdì 28 pubblicherò il post su [argomento di cui volevo parlarvi in quell'occasione]'.

Tuttavia, se siete attenti, sapete che neppure venerdì 28 ho postato. Perché?
Perché ho dimenticato di farlo.
"Cazzo, io dovevo postare per la rubrica dedicata agli scrittori!" è stato il mio pensiero di qualche giorno fa, mentre affettavo le verdure per un brodino vegetale. (Amo la pastina col brodino vegetale, e cucinare mi rilassa: sono, al tempo stesso, una bambina di 3 anni e una nonnina di 70.)

Avrei potuto postare due volte in una settimana, invece ho deciso di trasformare questo fail in qualcosa di produttivo, e cioè un insegnamento che probabilmente conoscete tutti, aspiranti o meno: 

PROGRAMMATE IL VOSTRO LAVORO

Sia che si tratti di tenere una rubrica come questa, sia che si tratti della scrittura vera e propria, o delle revisioni: se programmate il vostro lavoro, A. eviterete di perdervi dei pezzi per strada, come ho fatto io, e B. sarete più produttivi.

Quando dico 'programmate', intendo:
1. scegliete degli obiettivi
2. scegliete il modo per raggiungerli
3. considerate un piano B, per gli imprevisti

Liste, appunti mentali o tabelle visive: ognuno ha il proprio modo per fare un programma, sia che si tratti di questioni legate al breve periodo (es. fare la spesa settimanale), sia che si tratti di questioni di medio-lungo periodo (es. programmare una vacanza, scrivere una trilogia, organizzare un matrimonio).

Nel mio caso, il programma per questa rubrica è un gigantesco piano mentale che evidentemente deve diventare scritto, con tanto di notifica sonora per evitare che dimentichi di postare.
Per quanto riguarda la scrittura dei libri, invece, posso dirvi questo: programmare la stesura di una serie, o anche di un romanzo, oppure le revisioni, la promozione, è qualcosa che mi aiuta a non perdere la concentrazione, e ad incanalare le energie verso singoli obiettivi precisi.

Quando ho pubblicato Il desiderio di Violet, avevo già una Moleskine per tutti gli alti protagonisti della serie (incluso Seth, la cui storia è nata come un 'imprevisto'). Se mi seguite, sapete che io scrivo i miei libri su una Moleskine, prima di aprire Word. Ho un mucchio di Moleskine vuote a casa, pronte per essere 'iniziate', non appena le idee arrivano.
Con Laura, Thea e Audrey ho programmato il nocciolo della storia, la data approssimativa di pubblicazione, e i tempi di scrittura e revisione prima di pubblicare Il desiderio di Violet. Lavorare in questo modo mi ha permesso di ottimizzare i tempi, concentrarmi sui personaggi, ed evitare di disperdere energie, come avevo fatto durante la scrittura de La trilogia di Lilac.

In questo momento, so già quali libri scriverò dopo aver pubblicato Come l'ultimo rigore: ho già un piano di lavoro, e due Moleskine piene di appunti. Lavorare in questo modo mi permette di concentrare le mie energie sulle giuste fasi del processo di scrittura, evitare di distrarmi, oppure prendermi una vacanza senza sentirmi in colpa.

Programmare il proprio lavoro può sembrare una cosa incompatibile con la scrittura. 'Le idee arrivano in qualsiasi momento: come posso programmarle?' Il mio consiglio non è quello di programmare le idee, attenzione, bensì di programmare il lavoro che inizia quando le idee sono già arrivate, quando è necessario trasformarle in pagine, quando si raggiunge la fase delle revisioni, quando ci sono delle scadenze da rispettare.

A tal proposito, vi lascio una lista di alcune domande che mi aiutano sempre prima di iniziare la scrittura:
- Quanto sarà lungo questo romanzo?
- Quanto tempo mi occorrerà per scriverlo?
- A chi mi rivolgerò per la fase di ricerca? (Come ricercare certi argomenti di un libro: ne parleremo.)
- A chi mi rivolgerò per le revisioni?
- La copertina: chi se ne occuperà? Come dovrà essere? Dove prenderò l'immagine principale?
- Quando pubblicherò?
- Come promuoverò il libro?
- Ci saranno dei sequel?
- Quante copie dovrò vendere per recuperare le spese? (L'aspetto economico: un'altra questione di cui parleremo presto.)
- Che farò se non riuscirò a stare nei tempi?
- Cosa scriverò dopo?
- Come mi rilasserò alla fine della scrittura?

Le domande possono variare da persona a persona, e da libro a libro. Mi rendo conto che l'idea di programmare possa sembrare eccessiva per qualcuno, e sono sicura che tanti autori vivono benissimo senza fare liste, o senza prevedere gli imprevisti.
Per me, i programmi sono una cosa positiva. Mi aiutano ad affrontare i momenti più difficili del processo di scrittura, e mi permettono di organizzare i progetti futuri.

Agli scrittori e agli aspiranti scrittori che leggono questa rubrica: come organizzate il vostro lavoro? Fate come me, oppure avete un altro metodo? Mi piacerebbe conoscere il vostro parere al riguardo.

Questa rubrica tornerà venerdì prossimo. Promesso.
Buon fine settimana,
Ale

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Nelle puntate precedenti:
- Questione di merito
- Questione di schiena


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