Il mio prossimo libro
Ogni mio nuovo libro parte da un’idea (E se il mondo fosse
popolato solo da donne? Lui è sposato, ma lei non lo sa: che succede quando si
incontrano e passano la notte assieme? Lei è all'apice del successo, ma ha un
segreto che può mettere a repentaglio tutto: che fa quando si innamora?) e dal desiderio di conoscere qualcosa
che non so (Come funziona l’apicoltura? Come vive una babysitter a NY? Com'è la
vita dei fashion blogger?).
Ogni volta, la storia e i personaggi mi permettono di
esplorare mondi e argomenti lontani da me, sia da un punto di vista fisico che
da un punto di vista culturale, morale, psicologico. Anche per queste ragioni, ogni
libro per me rappresenta una sfida. Riuscirò a scrivere una distopia? Riuscirò
a raccontare la storia d’amore tra un gay e un bisex con rispetto?
In questi anni, ho affrontato nove sfide. Non so se agli
occhi dei miei lettori le ho vinte tutte, ma so di aver dato il massimo in ogni
circostanza.
Alla base del libro che sto scrivendo ora (la sfida numero
10, per quelli che amano i numeri) ci sono due idee.
La prima è arrivata mentre
scrivevo Segreto. In quel libro, ad
un certo punto, il Capitano parla con Lilac in quello che oggi è lo Stadio
Olimpico di Roma. Nella prima bozza, il Capitano usava una metafora calcistica
molto bella, citando il ruolo che ha il portiere in una squadra di calcio.
Alla fine ho dovuto tagliare quella parte – il dialogo era
troppo lungo, e la metafora, per quanto bella, rallentava il capitolo – ma subito
dopo aver pubblicato Segreto mi sono chiesta: ‘Perché non scrivere una storia
che ha a che fare col calcio? Sarei capace di creare un libro di questo tipo?’.
Così ho fatto ciò che faccio di solito quando arriva un’idea: ho iniziato a
prendere appunti. Il chi, il dove e il perché non mi erano ancora chiari, ma il
cosa (il calcio) era definito.
[Se mi conoscete, sapete che seguo il calcio fin da quando sono
piccola. Se sei l’unica bambina in un gruppo di maschi, è inevitabile che prima
o poi tu faccia parte di una squadra di calcio, nelle partite giocate in
strada, o nei cortili. (Ho quasi 34 anni; giocare in strada col pallone era l'abc
della mia infanzia.) Oggi lo seguo religiosamente, tifando e arrabbiandomi
molto (chi segue il calcio lo sa: la sofferenza fa parte del pacchetto).]
La seconda idea alla base di questo libro – la scintilla che
in poche ore mi ha dato anche il chi, il dove e il perché – è giunta un paio di
anni fa, mentre pensavo alla storia di Audrey. “È possibile,” mi sono chiesta, “che
un amore nato in giovane età duri per sempre?” Il mondo è pieno di storie
(reali e di fantasia) di persone che s’incontrano quando sono ragazzi e vivono
insieme per il resto della loro vita. Io ho sempre guardato con diffidenza e
scetticismo a quelle storie (soprattutto a quelle reali), perché per me è
moltomoltomolto difficile che un amore nato quando sei giovane, inesperto e
immaturo possa durare per sempre. Accade, ne sono consapevole, ma credo sia una
cosa difficile e rara, almeno per come io intendo l’amore.
Con L’amore di Audrey,
ho affrontato in un certo senso la questione, ma mentre scrivevo quel libro, il
neurone vagabondo ha iniziato a pensare ‘E se le cose non fossero così
semplici? Se l’amore nato tra due giovani finisse per cause di forza maggiore,
e non perché loro sono inesperti e immaturi? E se la vita ti mettesse di fronte
all’opportunità di ricominciare? E se potessi fare un viaggio nel passato e
capire cosa hai sbagliato, cosa è andato storto?’
Quando mi sono posta queste domande, nel giro di un
pomeriggio la storia si è materializzata nella mia mente. I personaggi, i
luoghi, le scene, l’inizio, la fine: è stato tutto immediato, e in quel momento
mi sono detta ‘Ok, è ora di aprire Word’.
Questo libro rappresenta per me una sfida sotto molteplici
aspetti. In questa storia si parla di calcio, e il mio obiettivo è quello di
raccontare questo sport sia per chi lo ama e lo segue come faccio io (FORZA
LAZIO), sia per chi lo detesta, oppure semplicemente lo ignora. Un’altra sfida
è legata a uno dei protagonisti della storia, e cioè l’amore. Stavolta, infatti, parlerò dell’amore in un modo nuovo (per me), e non vi nego che questo viaggio è stato
molto intenso. Uno dei motivi per cui scrivo è che le parole e i personaggi mi
aiutano a vedere il mondo con occhi diversi dai miei, e questa esperienza mi ha
insegnato molto. Anche stavolta ho esplorato mondi lontani da quello in cui
vivo e penso, ed è stato bellissimo. Posso solo augurarmi che sarà così anche
per voi.
Un’altra sfida – la più complessa, forse – è di
natura tecnica, poiché per scrivere questo romanzo ho dovuto usare un 'sistema' diverso rispetto al solito, che in fase iniziale mi ha spiazzata. (So di essere
criptica, ma per ora non posso dirvi di più. Quando leggerete il libro capirete
di cosa parlo, promesso.)
Ogni mio libro nasce da un’idea (in questo caso due) e dal
desiderio di conoscere qualcosa che non so. Con questo romanzo, il ‘qualcosa
che non so’ copre argomenti seri a cui tengo molto (di uno avrei voluto parlare
sempre in Segreto, ma non l’ho
fatto), e argomenti di cui non sapevo letteralmente nulla e per i quali ho fatto
ricerche approfondite.
Ero convinta che L’amore di Audrey fosse il mio libro più
difficile da scrivere, ma la verità è che non avevo ancora iniziato a scrivere
questo. Da un punto di vista tecnico, spirituale, fisico e psicologico, questa
storia mi sta distruggendo come nessun’altra prima d’ora. E va bene così,
perché amo il mio lavoro, e amo questo aspetto della scrittura.
So che questo post non va a fondo. In alcuni punti è
decisamente criptico, e chi si aspettava un titolo, una trama, una data di
pubblicazione sarà probabilmente deluso. Per ora non posso dirvi altro. Non
appena avrò tutte le informazioni ‘succose’, ve le comunicherò.
Qualcosina posso dirla, però. Per chi mi segue sui social, certe cose saranno
delle ripetizioni.
- La protagonista femminile si chiama Viola.
- Il protagonista maschile si chiama Lorenzo.
- Una partita di calcio (di cui non posso dirvi
nulla) e una canzone (questa) avranno un ruolo molto importante per Viola e Lorenzo.
- La storia è ambientata in Italia, precisamente a
Pontenero. Sì, lo stesso Pontenero (un luogo di fantasia) di cui avete letto
nella mia trilogia distopica. No, non dovete aver letto quei libri per leggere
questo. (Ma chi li ha letti sorriderà in più di un’occasione.)
- Questo sarà un libro lungo. Almeno quanto L’amore di Audrey, se non di più.
- Tra le canzoni che mi hanno ispirata MOLTO prima di scrivere e durante la scrittura, ci sono Nessun posto è casa mia, Resta con me, Here with me, Oronero, All I want, If I ever feel better, Dimentica, La canzone che scrivo per te e I want to hold your hand.
- Questo libro non ha nulla a che vedere con le cose che ho già scritto. Nonostante questo, rappresenta comunque un pezzo molto grande di me e del mio cuoricino.
Grazie per
essere giunti fino a qui. Non vedo l’ora di condividere questa storia con tutti voi.
Alla prossima,
Ale
Spunti davvero interessanti :3 le idee su cui si basa questa tua nuova storia mi sembrano davvero buone... dunque buon lavoro, ti aspetto al varco!
RispondiEliminaGrazie, Denise! <3
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