Consigli molto personali e poco seri per scrittori e aspiranti scrittori - Questione di schiena

Quando ho iniziato a prendere sul serio questa cosa della scrittura (quando cioè mi sono detta 'Quasi quasi provo a pubblicare un libro: vediamo come si fa') ho iniziato a leggere libri, articoli e post sull'argomento.
Basta fare una veloce ricerca su Google per scoprire che il mondo ne è pieno: Come pubblicare il tuo primo libro, Ho scritto un libro, ora che faccio?, Le 10 regole per trovare un agente, Come conquistare il lettore con la prima pagina, Quali caratteristiche devono avere i personaggi principali, Una storia d'amore avvincente: come scriverla?

Quando mi sono detta 'Ok, voglio trasformare questa storia chiamata Lilac in un libro da pubblicare', ho divorato tanti libri sulla tecnica, tanti articoli e post scritti da autori di successo, agenti letterari, e blogger con grande esperienza. Cercavo di assorbire ogni dritta. Mi dicevo: 'Se Tizia mi consiglia di seguire questo metodo, allora vorrà dire che si tratta di un buon metodo'. Mi dicevo: 'Se voglio pubblicare un libro, devo imparare da quelli che ce l'hanno fatta'.
E anche se alcuni di quei consigli mi sono serviti, la verità è che, mentre leggevo quei post, dentro di me nasceva una specie di ansia da prestazione che non mi rendeva tranquilla. Perché tanti di quei suggerimenti erano validi solo ed esclusivamente per chi li aveva scritti, e perché ogni scrittore deve trovare il proprio metodo (per scrivere, per editare, per riflettere, per sbagliare), e per trovare il tuo metodo nulla è più efficace dell'esperienza.

Come ho già avuto modo di dire qui e altrove, io non sono una grande fan dei cosiddetti "consigli per aspiranti scrittori". Nel mio caso, hanno generato uno stato d'ansia che ha rischiato di farmi dubitare delle mie capacità. Esistono milioni di scrittori e aspiranti tali che leggono libri di tecnica, post ricchi di consigli e di dritte; anch'io lo faccio ogni tanto e, ripeto, a volte mi sono stati e mi sono d'aiuto. Tuttavia, penso che all'inizio del viaggio in questo mondo siano davvero pochi gli accorgimenti da seguire, se non vuoi rischiare di ritrovarti in una situazione in cui pensi: 'Oddio, forse questa cosa della scrittura è troppo complicata per me'. Ho avuto modo di parlarne in un altro post, ma voglio ripetere le mie 'dritte' qui:
1. Per scrivere, devi leggere. Un aspirante scrittore che non legge non avrà mai gli strumenti necessari per scrivere. Chi dice il contrario mente. 
2. Per scrivere, devi scrivere. In maniera costante. Ogni giorno se possibile, anche solo per un'ora. 
3. Per scrivere, devi seguire solo il tuo gusto. Scrivi il libro che TU vorresti leggere. Non pensare agli editori, ai lettori, a tua madre: scrivi per te, e per te soltanto. 

Quando divoravo le guide per aspiranti scrittori, ho incontrato nel 99% dei casi consigli relativi alla storia - Come scrivere un fantasy, Come scrivere una scena di sesso, I 10 errori che ogni scrittore commette nel primo capitolo - e solo nell'1% dei casi consigli diretti allo scrittore.
Questo, di recente, mi ha portata a riflettere.
Dietro ogni libro ci sono tante persone: gli editor, i grafici, i copywriter, l'editore, e così via. In primo luogo, però, c'è Lo Scrittore. Colui che dà il via a tutto. Colui che si siede e sanguina sulla tastiera nel tentativo di creare una storia. E anche lo scrittore ha bisogno di consigli: consigli che non hanno a che vedere con la lunghezza del manoscritto o con l'uso di determinati vocaboli, consigli che non riguardano il genere letterario o la copertina più accattivante.
Sto parlando di consigli che riguardano La Persona che c'è dietro ogni libro. Quella che si siede alla scrivania e cerca di trasformare un'idea in un romanzo. Quella che a volte dubita di se stessa, perché quello della scrittura e dell'editoria è un mondo molto complesso, e a volte ricco di ostacoli.

Quando mi sono avvicinata a questo mondo, avrei tanto voluto ricevere consigli relativi all'aspetto umano e psicologico della scrittura, e non solo quelli relativi alla tecnica. Probabilmente mi sono concentrata solo sulla storia, e non su me stessa. Sicuramente esistono tanti manuali e articoli che affrontano l'argomento. 
Tuttavia, di recente mi sono chiesta: 'Perché non fare qualcosa per gli autori e gli aspiranti autori che, come te qualche anno fa, si ritrovano ubriachi di consigli che a volte sono inutili, e dunque spaesati? Perché non occuparti del lato umano della scrittura, invece di quello tecnico?'
Così, ho deciso di creare una rubrica con la quale cercherò di parlare degli aspetti più interiori della scrittura. Userò la mia esperienza per raccontarvi quello che per me è importante quando scrivo. Non vi parlerò di trucchi e dritte utili a scrivere un romanzo di successo, non vi spiegherò come scrivere un libro in 30 giorni: A. non ne sono capace, B. odio quei post, e C. non credo di poter aggiungere alla conversazione qualcosa che non sia stato già detto.

Come per le guide e i libri relativi all'aspetto tecnico della scrittura, anche i miei post si baseranno sull'esperienza personale. I consigli che proverò a dare non saranno veri e propri Consigli, bensì appunti  soggettivi. Ho scelto il titolo 'Consigli molto personali e poco seri per scrittori e aspiranti scrittori' perché mi piace, ma in teoria avrei potuto chiamare questa rubrica anche 'Cose che avrei voluto sapere prima di iniziare a scrivere il mio primo libro'.
Posterò ogni venerdì, salvo imprevisti. Magari a qualcuno farà piacere leggere le mie elucubrazioni molto personali e poco serie. 

E siccome non mi va di lasciarvi solo con un post introduttivo, ne approfitto per cominciare con un consiglio-non-Consiglio che avrei tanto voluto ricevere cinque anni fa, e cioè:

PRENDITI CURA DELLA TUA SCHIENA

Scrivere è faticoso per la mente e per il corpo. In molti credono che stare seduti per diverse ore sia la cosa più semplice del mondo, e sebbene scrivere sia un'attività sedentaria non equiparabile al lavoro in miniera, bisogna sapere che la schiena è la zona che più soffre per le ore passate seduti, in posizioni non sempre corrette. A lungo andare, l'affaticamento alla schiena può sfociare in problemi più o meno gravi, quindi è importante seguire degli accorgimenti (utili, fra l'altro, anche se non siete scrittori, o aspiranti tali):
- Fate una pausa ogni ora. Alzatevi, camminate, andate alla finestra e guardate per qualche minuto verso l'orizzonte (quest'ultima cosa fa bene alla vista, più che alla schiena; ricordatevene, soprattutto se portate gli occhiali). 
- Appoggiate i gomiti sulla scrivania quando scrivete. In caso contrario, il peso delle braccia ricadrà sulle spalle, e dalle spalle il peso finirà sulla schiena. Quando i gomiti sono sulla scrivania, il peso delle braccia è sostenuto dal tavolo, e non dalla schiena.
- Sia che sediate su una poltrona da 300 euro o su una sedia da 20, assumete sempre una posizione corretta, aiutandovi, se necessario, anche con un supporto lombare. In breve, cercate di stare seduti come l'omino che vedete qui sotto a destra:

fonte: Riccardo Dapretto Personal Trainer

- Praticate yoga, o pilates, per rinforzare i muscoli dorsali. Oppure eseguite quotidianamente degli esercizi di stretching utili a rilassare la schiena. In ogni caso, affidatevi ad un professionista per imparare, perché gli esercizi fatti in modo errato sono dannosi come e più della postura errata.
- Dormite bene. Un anno fa ho cambiato materasso, e gli effetti positivi sulla mia schiena sono stati straordinari. Scegliete il materasso migliore per voi, usate un cuscino basso (più è basso, meno affaticherete la schiena) e dormite almeno otto ore per notte.

Riposare bene e avere cura della propria schiena è fondamentale per chi vuole scrivere. Se non volete credere a me, credete a lei:

Grazie per l'attenzione. 
Buona scrittura.
Alla prossima. 

Ps:

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Avendo 7 vite, i gatti possono permettersi di scrivere senza preoccuparsi troppo della schiena.

Commenti

  1. Seguirò la rubrica con molto interesse, Alessia :) Oramai ho imparato a impostare la sveglia del cellulare per ricordarmi di fare una pausa dal pc ogni ora - che stia scrivendo o curando il blog, è uguale - anche se delle volte è una scocciatura, perchè magari sono nel clou di una scena o sono in uno stato di grazia e le parole arrivano a vagonate XD

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    1. Grazie, Rosa!
      Fermarmi durante una scena importante è sempre difficile. Spesso mi dico 'Ok, fra cinque minuti. Ok, fra dieci minuti', ma alla fine mi obbligo a mollare la sedia e a fare un giro per casa, altrimenti rischio di dimenticarmene :D

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